1970 – 1974
taccuini di viaggi
Iniziai a disegnare il tappeto volante, dopo una serie di disegni su Sovana, dal titolo “piccoli frammenti di antiche civiltà”. Sovana era una delle tappe obbligate, durante le escursioni in Maremma sul Guzzi Galletto 150.
Sovana mi ispirava grandi contenitori, dei parallelepipedi infissi sul terreno con il vertice rivolto verso l’alto, all’interno, ora allineati ora in ordine sparso, segni, punti, lunghe strisce, piegate su se stesse, ora in un verso ora nell’altro, in una ascesa continua. Le lunghe strisce cominciarono a prevalere su tutto il resto, fino a sbucare dal terreno e allungarsi da sole verso l’orizzonte: il tappeto volante. Da una foto del pittore Aldo Carpi mentre seduto dipinge su cavalletto, ricavai una silhouette e una fustella per poter ritagliare la figura su qualsiasi supporto di carta.
In seguito aggiunsi il tappeto volante che, si allungava verso l’orizzonte. Feci disegni, progetti per decorazioni, copertine, tutte con lo stesso elemento, il tappeto volante. Lo usai anche per decorare un servizio di piatti, usando due colori , il nero e il giallo. In un viaggio a New York, progettai una facciata cieca con il tappeto volante, che dalla base dell’edificio decorava l’intera facciata (anche la committenza in questo caso era del tutto immaginaria).