Illustrazioni periodiche per il quotidiano “Il Manifesto”
Bologna, febbraio1985
“Sono l’unico cliente dell’antica coloreria di Piazza Galvani: fuori c’è la neve abbacinante ed alta, diciamo un metro. Chiedo una bottiglia da un quarto di nero Pelikan.
Uscendo dalla coloreria potevo iniziare un tipo di discorso-esercizio gestuale che la neve mi suggeriva con urgenza e che ora mi prefiggevo. Forse un recupero del bianco e nero cinematografico che ora vediamo solo nei vecchi film di cineteca o proposti dal video recuperante.
Inchiostro di china e pennello; e carta, tanta di tanti tipi; la mano si distende, è sempre una figura umana che corre su orizzonti, o porta, solleva particolari di orizzonti, a volte tanto estesi da contenere, paesaggi, case, alberi. Il gesto si distende sempre di più (una volta stabilito il portatore), a vantaggio dei segni di contorno sempre più autonomi. I gesti di tanti e casuali, da aspettare il loro determinarsi per continuare la storia.
Cerco un supporto dove verificare i gesti, capire quanto possono convivere con testi, titoli, forse un giornale, vista anche la rapidità dell’esecuzione. Un giornale che ha un progetto grafico disposto ad alloggiare segni di tutti i tipi. La scelta cade su “Il Manifesto”. Prendo l’appuntamento con Pasquale Giuffrè, l’impaginatore; gli mostro una serie di segni, offrendogli la mia collaborazione. Da allora, alloggiati tra i testi, i gesti, appaiono saltuariamente sulle pagine del quotidiano.